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Qualche consiglio per accudire il nostro cane

 

Testo di Sebastiano Lombardo, dirigente veterinario Ausl 6 – Palermo

pubblicato sulla rivista “Palermo Amica degli Animali”

 

Gli obblighi del proprietario di un cane sono quelli di nutrirlo, accudirlo, educarlo e rispettare le norme che regolano il rapporto col proprio animale, e tra questi e il mondo circostante.
Per ‘accudire’ si intendono tutte quelle operazioni finalizzate a far stare bene l’animale, sia fisicamente che dal punto di vista igienico-sanitario.
La pulizia. La pulizia del cane e dei luoghi dove vive deve essere effettuata con modalità efoto di cane dal nome Birratempistica adeguate, tenendo conto della sua mole e degli spazi che frequenta, avendo cura di utilizzare adeguati disinfettanti e antiparassitari in modo da impedire che germi e, soprattutto, ectoparassiti (pulci e zecche), possano attaccare lui stesso, altri animali o persone,
Per l’igiene ci si può sempre avvalere di centri specializzati in tolettatura, che sapranno utilizzare i prodotti appropriati e che avranno cura di unidonea contenzione durante il bagno, visto che non tutti i cani tollerano manipolazioni sul proprio corpo e, quindi, potrebbero reagire nei confronti dell’operatore,
Il veterinario. E’ una scelta importante quella del veterinario cui affidare il nostro cane. Egli si occuperà delle sverminazioni, del piano vaccinale, della cura delle eventuali malattie e ci seguirà durante il percorso dela sua vita, dandoci tutte le informazioni utili a facilitare il nostro compito.
La passeggiata. Essa riveste un aspetto particolarmente rilevante nella vita quotidiana del cane, perché, oltre a garantirgli esercizio fisico, induce a riflessi condizionati e permette l’espletamento dei bisogni corporali fuori dal luogo dove abita. Questa abitudine si sviluppa col tempo, educando l’animale fin da piccolo, facendo in modo, dapprima, che faccia i suoi bisogni su un giornale o sul terriccio, in casa, fino a quando non svilupperà il controllo volontario degli sfinteri e contemporaneamente, assocerà l’espletamento dei bisogni alla passeggiata, inizialmente spostando il giornale o il terriccio all’esterno.foto di cagnolino praghese
L’alimentazione. Può essere varia e differente nei diversi momenti della sua vita. E’ consigliabile effettuare lo svezzamento con crema di riso ed omogeneizzati, associando anche del latte, dapprima parzialmente scremato, facendo attenzione che il cucciolo non sia intollerante a questo alimento; verificato ciò, si può somministrare il latte intero. Col tempo, si possono dare i mangimi presenti in commercio, che variano in base all’età, come, ad esempio ilpappy, lo junior, l’adult, il senior, oppure utilizzare normalicibi appropriamente scelti e cucinati, evitando fritture, dolciumi e alimenti grassi. Al cucciolo si danno tre razioni giornaliere, diminuendole con l’età, sino ad arrivare allo stato adulto, quando il pasto avverrà soltanto una volta al giorno.
Il rapporo tra cane e padrone. Da stime effettuate in anni recenti si calcola ci sia un cane ogni dieci abitanti, ovvero un cane ogni tre famiglie: da qui l’importanza di stabilire un dialogo tra l’animale e ogni singolo componente del gruppo familiare.
Il rapporto tra cane e padrone si costruisce giorno dopo giorno sulla base dell’istinto e dell’affetto di entrambi; quando il primo si rapporta sin dai primi giorni di vita con il secondo, si può verificare il cosiddetto imprinting, ovveroil cane vede il padrone e la sua famiglia come se fossero il suo branco, cercando nel gruppo il capo, ruolo assunto e mantenuto attraverso atteggiamenti tipici del leader, che spesso si identifica con il capo famiglia. Gli atteggiamenti tipici del leader sono: mangiare per primo, possedere un’area esclusiva per dormire o riposare e possedere cose ad altri non concesse.
Le abitudini familiari. Proprio per i motivi sopra indicati, onde evitare la scalata del cane nella gerarchia del branco (famiglia), che si può manifestare con atteggiamenti aggressivi, si debbono adottare delle procedure che diventino delle abitudini familiari.
Queste sono:
– non somministrare cibo al cane durante i nostri pasti, ma farlo mangiare dopo che abbiamo terminato;
– farlo entrare in casa successivamente all’ingresso di tutti i componenti il nucleo familiare;
non concedergli l’uso di poltrone o divani destinati ai vari membri della famiglia, perché il cane potrebbe ritenerli proprio territorio e, allora, reagire con aggressività allorché qualcun altro li occupa.
Affinché il cane rispetti il suo padrone, questi non deve umiliarlo con punizioni eccessive, che potrebbero incrinare i rapporti di fiducia.
Nell’educazione e nell’addestramento, è importante il cosiddetto “rinforzo positivo”, consistente nel gratificare l’animale con bocconcini, carezze e complimenti dopo che ha eseguito un ordine correttamente.
Quando in una famiglia vi sono bambini, bisogna regolarmentarne il rapporto:
generalmente i bimbi hanno molto tempo da dedicare all’animale di casa, facendolo felice, soprattutto se si tratta di un cucciolo.
Bisogna, però, considerare che il cane cresce e diventa adulto molto tempo prima del bambino e, a un certo punto, non tollererà più di esserefoto di cane dal nome Nutella strapazzato o trattato come un gioco perché, anche se docile, potrebbe reagire con aggressività.

Il territorio. Il cane s’impossessa di un territorio e tenta di difenderlo: quindi non accetterà l’ingresso nell’appartamento di estranei, sia persone che, ancor peggio, suoi simili. Pertanto, qualora dovesse arrivare un nuovo cane, meglio che sia cucciolo, in modo che non lo veda come un nemico.
Anche l’arrivo di un neonato potrebbe creare tensioni nell’animale: per questo, in entrambi i casi, il padrone non deve trascurarlo e non deve mostrare di dare troppa attenzione ai nuovi arrivati.
La comunicazione. Occorre, infine, ricordare che il cane ha un suo linguaggio definito, verbale e non verbale.
Comunicazione non verbale:
felicità: salto, orecchie dritte e coda alzata;
bisogno d’attenzione: piccoli colpi di muso o di zampa al padrone, o tirare un lembo di vestito;
concentrazione: classica posizione ‘di punta’, orecchie dritte, sguardo fisso, muscoli in tensione;
paura: testa e orecchie abbassate, coda tra le gambe;
nervosismo: fissa quello che lo sta irritando, digrigna i denti e ringhia;
noia: sbadiglia, resta accucciato e sonnecchia.
Comunicazione verbale:
abbaio: per attirare l’attenzione;
ululato: avviso di difesa del territorio;
ringhio: difesa del territorio, se provocato;
guaito: lamento determinato da uno stato di malessere.
Alla fine di questa esposizione, vorrei spiegare in quali circostanze e per quali motivi un cane può diventare aggressivo.
Oltre che dal carattere, l’aggressività può derivare da una cattiva gestione dell’animale: per esempio, perché ritiene di essere sfidato quando lo si sgrida o gli si impartiscono ordini; perché qualcuno si avvicina alla cuccia o alla ciotola; perché si entra in competizione per i luoghi dove lui riposa (letto, divano, poltrona); per la difesa del cibo o dei cuccioli, nel caso di femmine; per reazione al dolore fisico; per difficoltà a socializzare, da cucciolo; per esperienze traumatiche; per cause genetiche dovute ad incroci che producono soggetti con deficienze e anomalie fisiche e psichiche.

 

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